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Exploring Democracy in Triennale (il design che c’è e si vede)

Siamo stati un po’ in disparte, ultimamente.

In realtà si è lavorato molto per gettare le basi di un progetto che speriamo avere l’occasione di presentarvi presto, anche se al momento rimane nel cassetto.

In compenso, il cammino di Exploring Democracy, grazie al supporto di Kublai procede.

Così, a partire da martedì 25 maggio ci saremo anche noi al Design Museum alla Triennale di Milano all’interno della mostra “DesignOfTheOtherThings” ideata e curata da Stefano Maffei.

Partendo dal tema conduttore del design italiano la finalità dell’evento sarà quella di raccontare esempi di una cultura progettuale che non si esprime solo nella produzione del singolo oggetto ma anche anche in servizi, tecnologie, socializzazione progettata e interazione.

Sotto il cappello kublaiano, insieme agli altri progettisti con cui abbiamo condiviso il cammino nel corso di questi mesi, ci ritroveremo fianco a fianco con Senseable City Lab di Carlo Ratti, IDLab, il Lanificio Leo, ASAP, l’atelier Raggio di luceExperientia e Massimo Banzi.

Ps: nel caso non si fosse capito noi non stiamo più nella pelle.
Vi aspettiamo martedi 25 maggio  dalle 18.30 in poi in Via Alemagna 6 – Milano.

Exploring Democracy (in versione concentrata):

Exploring Democracy è una metodologia di intervento e di indagine sui rapporti tra lo Spazio Pubblico e la Sfera pubblica, tra i luoghi e la loro fruizione.

Partiamo dall’idea di cambiamento: i luoghi cambiano, le persone cabiano (e anche noi non ci sentiamo molto bene, in effetti).

Riteniamo che se il cambiamento non viene inteso, compreso ma soprattutto gestito, rischia di determinare a situazioni di degrado e abbandono  se non addirittura emergenze vere e proprie.

Exploring Democracy:

  • permette quindi lo sviluppo di una maggiore consapevolezza del territorio locale
  • offre una serie di dati, non squisitamente quantitativi sulle dinamiche sociali e culturali in atto su una determinata area
  • trasferisce conoscenze e veicola la creatività dei partecipanti
  • valorizza lo spazio pubblico

Noi vogliamo rendere visibile, l’invisibile, dare un’estetica a a quello che solitamente un’estetica non ce l’ha, riteniamo che nella società della “visibilità”  sia molto più efficace e in grado di attirare l’attenzione un logo più che 100 volantini o a un sit-in di protesta quando l’emergenza è ormai in atto.


2 Risposte to “Exploring Democracy in Triennale (il design che c’è e si vede)”


  1. 1 giovanni ridolfi
    Maggio 29, 2010 alle 8:01 PM

    Questa cosa è importante perchè spiega modi diversi di vedere il design, più adatti ad oggi, meno legati a tavoli o auto ma invece a progetti.
    Poi, le novità portate dai media di rete sono un pezzo di design loro stesse.


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